Confini dentro e fuori di noi, da Gauguin a Hopper

(di Elisabetta Stefanelli) "La mostra 'Confini. Da Gauguin a Hopper' è un grande progetto espositivo che nelle sale appena restaurate dell'Esedra Levante di Villa Manin a Passariano di Codroipo, in provincia di Udine, raccoglie 130 dipinti provenienti da 42 musei di tutto il mondo. L'idea portante è appunto quella del confine con capolavori dell'Ottocento e del Novecento, in diverse sezioni o aree tematiche". A raccontarlo è Marco Goldin, che ha curato la mostra aperta fino al 12 aprile 2026 e che la pone "ai primissimi posti tra le centinaia di esposizioni che ho curato nella mia lunga attività. Perché da essa scaturisce, almeno per me, un'emozione senza fine. Un brivido che ci coglie al cospetto dello spazio dell'universo, quando l'anima vi si fonde". "Dapprima il confine interiore - spiega ancora Goldin - con gli autoritratti, poi un passaggio nel Novecento con i volti bruciati, carnali di Modigliani e poi soprattutto di Giacometti e Francis Bacon. Poi la sezione dedicata all'altrove, il senso dell'esotico, con gli artisti che sono andati a cercarsi lontano il proprio confine come Paul Gauguin. E infine il cielo che tutto riesce a raccogliere come una grande cosmogonia. Qui si riparte dai romantici come Friedrich e poi Constable. Nelle sale conclusive il cielo si fa anche dato interiore, con le lavagne colorate di Mark Rothko. Poi il cielo di Normandia di Monet e per chiudere le note stellate di Munch e i cieli stellati in America di Edward Hopper". È "Confini da Gauguin a Hopper. Canto con variazioni", l'attesissima esposizione che ha appena aperto al pubblico, uno degli eventi di punta di GO! 2025&Friends, il cartellone di appuntamenti che affianca il programma ufficiale di GO! 2025 Nova Gorica - Gorizia Capitale europea della Cultura. Promossa dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dall'Ente Regionale per il Patrimonio Culturale - Erpac Fvg, la mostra è stata ideata e curata appunto da Goldin, con l'organizzazione dello stesso Erpac Fvg e di Linea d'ombra. Nella terra e nel museo ideale per affrontare un tema così importante e sensibile, vengono esplorati tutti i confini quelli fisici, geografici, culturali, intimi, il qui e l'altrove, il qui che si fa altrove, confine come limite e come punto di partenza. Il tetto di legno dei corridoi dell'Esedra avvolge nel grigio e nel nero una raccolta di tele di bellezza unica, che portano alla ribalta dello spettatore la ricerca di due secoli su questo tema declinato in arte. Si parte da alcuni capolavori di Anselm Kiefer e Mark Rothko, dove il confine si fa, seppure in modo diverso tra i due, dilagante. E ancora la famosissima Onda di Gustave Courbet, movimento verso l'immenso. Per poi andare a Monet con La chiesa di Varengeville, spazi di un mare senza fine. Poi un Cezanne provenzale, l'altrove domestico. Il primo capitolo della mostra è riservato al confine interiore e la sequenza è mozzafiato: Munch, Gauguin, Van Gogh, Hodler, Kirchner. Poi Courbet, Manet, Degas, Renoir, Modigliani, Bacon, Giacometti. Le successive sale sono sul rapporto tra uomo e natura con molte opere che per la prima volta giungono in Italia e in Europa, dai protagonisti della "Hudson River School" per giungere alla figura chiave di Homer a cavallo tra i due secoli, e poi nel Novecento soprattutto Hopper e Diebenkorn per tornare quindi in Europa con grandi maestri come Segantini, Böcklin e Matisse. Eden esotici o più prossimi, espressi in opere universali, pietre miliari della storia dell'arte, da Gauguin a Monet, da Van Gogh a Cezanne e Bonnard popolano la terza sezione. Passando attraverso una quarantina di straordinarie xilografie giapponesi si arriva al gran finale della quinta sezione, che occupa l'intero piano terra dell'Esedra, con quasi 60 opere che conducono verso i diversi confini compresi negli elementi naturali: montagne, mari, cieli e infine l'Universo. Insieme ad artisti come Caspar David Friedrich, Cezanne, William Turner e Gustave Courbet, poi Monet. E ancora, Bonnard, Nolde, De Staël. Il cielo, sopra a tutto, quando a interpretarlo sono Friedrich, Turner, Constable, Boudin, per sfociare infine nei cieli impressionisti di Monet, Sisley, Pissarro. Un'intera sala è riservata alle ninfee di Monet, mentre arriva la transizione verso i cieli piatti di De Staël sopra la Senna a Parigi, per assurgere ai cieli interiori di un pittore immenso come Mark Rothko.
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