Quando le aziende devono tollerare recensioni negative da parte dei datori di lavoro
Dopo che un dipendente di un'azienda informatica ha pubblicato in forma anonima recensioni dure, negative e polemiche sull'azienda su un sito web di recensioni aziendali, descrivendo persino vendite manipolate e manager incompetenti, l'azienda ha chiesto invano la divulgazione dei dati degli utenti in tribunale. Una sentenza con implicazioni per altri settori, come quello alberghiero.
La recensione anonima di un dipendente sul suo datore di lavoro IT su un sito di recensioni è stata dura. Non solo ha giudicato che "l'unico leader capace di questa azienda è un cavo di rame" e che i suoi superiori erano "incompetenti", ma ha anche accusato l'azienda di manipolare i dati finanziari.
L'azienda ha ritenuto che l'accaduto costituisca un reato di diffamazione ai sensi dell'articolo 187 del codice penale tedesco (StGB) e una violazione dei diritti della personalità aziendale, per cui ha chiesto ai gestori della piattaforma, tramite il tribunale regionale di Aschaffenburg, di consegnare tutti i dati del dipendente per avviare un'azione legale.
Quando le critiche diffamatorie non possono essere perseguite
Il tribunale ha basato la sua richiesta sull'articolo 21, paragrafo 2, frase 2 della nuova legge sulla protezione dei dati dei telemedia (TDDDG). Ai sensi di tale legge, gli operatori di piattaforme possono essere obbligati a consegnare dati se il contenuto è di natura criminale. Tuttavia, il tribunale ha respinto la richiesta. Sebbene la scelta del linguaggio fosse dura e polemica, il tribunale ha ritenuto che le dichiarazioni fossero protette dalla libertà di espressione. Non vi era né ingiuria né diffamazione. Il tribunale ha inoltre respinto la richiesta di critica diffamatoria, in quanto le dichiarazioni presentavano un collegamento fattuale riconoscibile, ad esempio, con le pratiche di lavoro dell'azienda. Inoltre, i giudici hanno rilevato che la critica non era chiaramente rivolta contro l'azienda stessa, ma contro singoli superiori non identificati.
La Corte d'Appello di Bamberga, in qualità di tribunale di grado superiore, ha confermato la sentenza del tribunale regionale, affermando che in ogni caso non avrebbe potuto pretendere la divulgazione dell'indirizzo IP, poiché Google ha la sede centrale all'estero.
Conseguenze per il settore alberghiero e dell’ospitalità
La sentenza ha conseguenze di vasta portata, soprattutto per le aziende del settore alberghiero e dell'ospitalità, che fanno molto affidamento sulle recensioni online. Chiarisce che il diritto all'informazione può essere fatto valere solo in caso di palesi violazioni della legge, come dichiarazioni di fatto palesemente false o insulti formali. Le critiche emotive, soggettive o eccessive rimangono generalmente tutelate. Le aziende dovrebbero quindi esaminare le recensioni in modo obiettivo e intraprendere azioni legali solo se il contenuto è penalmente rilevante. In molti casi, una risposta pubblica e basata sui fatti è la strategia migliore.
reisevor9