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Varese - Vergiate - Esperienze di supporto per genitori con figli adolescenti in Ritiro sociale - - Varese News

Varese - Vergiate - Esperienze di supporto per genitori con figli adolescenti in Ritiro sociale -  - Varese News
Generico 03 Nov 2025

Il ritiro sociale in adolescenza è una condizione che segna profondamente chi la vive e chi la osserva da vicino. Non riguarda soltanto il ragazzo o la ragazza che sta vivendo un periodo di isolamento, ma investe famiglie, reti sociali, comunità, generando spesso un senso di solitudine e abbandono anche per i genitori. Per questo motivo il progetto Sakido, che si occupa di comprendere e prevenire il Ritiro Sociale in Adolescenza, ha dato vita a dei gruppi di supporto rivolti ai genitori, coordinati da professioniste e professionisti della cura e dell’educazione.

Gli operatori hanno raccolto la voce di queste mamme e papà e le loro riflessioni maturate nel percorso: ne emerge una narrazione potente di fragilità e trasformazione, di solitudine ma anche di rinascita collettiva.

Se il ritiro è sociale il tema riguarda la comunità

«Il ritiro sociale non è mai un problema individuale – raccontano le professioniste e i professionisti – È qualcosa che si manifesta nella vita di un ragazzo o di una ragazza, ma che immediatamente si propaga nei legami, negli equilibri familiari, nelle relazioni amicali». La società stessa ha un ruolo: «Viviamo in contesti che spesso mandano via, che non invitano davvero a esserci», precisano gli operatori.

Così all’inizio l’esperienza dei genitori è solo sofferenza, smarrimento, silenzio, giudizio degli altri. Ma nel momento in cui trovano persone che stanno vivendo quella stessa esperienza, si apre uno spiraglio: «La relazione, la possibilità di specchiarsi negli altri, innesca prima il sostegno e poi la trasformazione».

Hikikomori: se il ritiro è sociale, la soluzione non può essere individuale

Il valore per i genitori

Angela Murgia e Valentina Satta, coordinatrici e conduttrici dei gruppi di Vergiate, raccontano quanto sia prezioso il confronto tra famiglie in fasi diverse del percorso: “Chi è all’inizio può intravedere una strada possibile, chi è più avanti può rendersi conto della strada già fatta. A poco a poco sono gli stessi genitori che cominciano a sostenersi tra loro. Il gruppo diventa così una rete viva: ci si aggiorna, ci si incoraggia, ci si prende cura anche fuori dagli incontri, attraverso chat e momenti informali”.

“L’attenzione non è tanto rivolta ai figli quanto ai genitori stessi” dicono Sofia Gallo Galerón e Andrea Braga, coordinatori e conduttori dei gruppi di Varese “La domanda non è mai in prima battuta: Cosa devo fare? Quanto piuttosto: Come stiamo? Che cosa ci sta succedendo, cosa stiamo vivendo? E questo cambio di prospettiva porta a un movimento interiore che diventa trasformazione”.

La dimensione più rivoluzionaria – secondo entrambe le equipe – è l’uscita dalla solitudine: “Le famiglie imparano a riconoscere e quindi a selezionare le figure amicali o familiari che più sanno essere capaci di comprensione e di stare loro accanto. Anche qui i figli, con il loro silenzio o con il loro sciogliersi, sono spesso i primi a indicare la direzione”. I gruppi rappresentano per le famiglie un porto sicuro: uno spazio senza giudizio, dove poter parlare apertamente di ciò che accade, di come ci si sente. Molti genitori raccontano di sentirsi stigmatizzati nella vita quotidiana, percepiti come inadatti al loro ruolo, sono “quelli che non riescono a mandare il figlio a scuola”.

Nel gruppo, invece, si sentono riconosciuti e accolti. Il ritiro sociale colpisce anche la famiglia come nucleo: spesso altri parenti faticano a comprendere, talvolta giudicano. Anche i genitori vivono, in un certo senso, un ritiro. In un gruppo ha partecipato anche la sorella maggiorenne di un ragazzo in Ritiro: il suo sguardo ha portato un arricchimento sorprendente, avvicinando ancora di più il vissuto degli adulti a quello del fratello.

Quando la rete di sostegno manca

Quella dei gruppi di supporto per i genitori è una sfida e una trasformazione anche per l’equipe di lavoro: “All’inizio volevamo organizzare tutto, capire quali temi portare, decidere come strutturare gli interventi. Ma ci siamo presto rese conto che la nostra funzione non era tanto guidare o dare risposte, quanto offrire una cornice accogliente e creare un clima caldo, fatto anche di piccoli rituali, come scegliere insieme una tisana – raccontano Murgia e Satta – La difficoltà più grande per noi è stata imparare a stare in silenzio, a lasciare vuoto lo spazio, permettendo che fosse riempito spontaneamente dai partecipanti”.

Una risposta comunitaria L’esperienza dei gruppi genitori di Sakido non si pone come unica forma di sostegno, ma come un “prezioso di più” accanto ad altre risorse. Resta tuttavia una domanda aperta, la stessa che praticamente tutti i genitori si sono posti all’inizio del loro percorso: a chi ci si può rivolgere quando ci si trova ad affrontare all’improvviso un caso di ritiro sociale? “Molti genitori raccontano di essersi sentiti smarriti, tra urgenza e confusione, di essersi mossi a tentoni tra servizi, consultori, medici e studi privati. Alcuni sono stati più fortunati e hanno trovato risposte soddisfacenti, ma altri no – dicono Gallo Galerón e Braga – Questo mette in evidenza un vuoto del tessuto sociale, anch’esso impreparato ad accogliere nell’immediato esperienze che si giocano sul piano profondo e inafferrabile dell’interiorità. Senz’altro un tessuto sociale coeso e capace di comprensione, rappresenterebbe un primo importantissimo terreno di sostegno e di sicurezza per i singoli nuclei famigliari. Del resto, è sempre dentro la comunità che si trovano le risorse per affrontare problematiche sociali come il ritiro sociale. Ed è grazie ad esperienze come questa che si può scoprire che il dolore non è mai solo individuale: nasce nel collettivo e torna al collettivo. E proprio in questo intreccio trova la possibilità di essere trasformato”.

Sakido si occupa di contrastare e prevenire il Ritiro sociale in adolescenza in provincia di Varese. È un servizio della Cooperativa Sociale L’Aquilone, realizzato con la collaborazione della Cooperativa Sociale Totem e diversi altri partner del territorio. I gruppi di supporto per i genitori sono stati organizzati nell’ambito dell’intervento per contrastare il disagio dei minori promosso e finanziato da Regione Lombardia con il contributo di ATS Insubria. Per saperne di più: www.sakido.it.

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