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De Niro a Roma, 'la speranza viene da Mamdani'

De Niro a Roma, 'la speranza viene da Mamdani'

"Le persone hanno cominciato a capire, io continuavo a ripetere speriamo, speriamo, speriamo. Utilizzavo questo termine, speriamo succeda, speriamo qualcosa cambi, speriamo che finalmente lo blocchino, ma lui (Trump, ndr) è sempre riuscito in qualche modo a eludere le condanne. Ora con l'elezione di Zohran Mamdani a sindaco di New York, è arrivato il momento di riprendercelo, questo nostro Paese". A parlare così a Roma, al cinema Fiamma, è stato Robert De Niro.

E questo in occasione dell'inaugurazione dell'Hotel Nobu in Via Veneto, prima struttura italiana della catena di cui è comproprietario insieme a due soci, Chef Nobu Matsuhisa e Meir Teper.

E ancora l'attore: "Mamdani è giovane e mi auguro riesca a fare le cose che ha in mente, ne ha l'energia e ha sfidato in un certo senso anche il presidente in persona perché gli ha detto: 'Ok, vieni, noi siamo pronti, siamo qua, vienici a prendere'. Dobbiamo poterci liberare di questo orribile, mostruoso presidente. Io come americano sono imbarazzato dall'essere rappresentato da una figura così".

In mattinata per De Niro la consegna della Lupa Capitolina in Campidoglio da parte del sindaco Roberto Gualtieri, in una cerimonia a porte chiuse, poi nel pomeriggio la saké ceremony al Nobu con la quale è stata sancita ufficialmente l'apertura della struttura. "Molti film americani - ha sottolineato De Niro durante la cerimonia in Campidoglio - sono stati girati qui da grandi registi, Roma era un po' allora la Hollywood sul Tevere e si meritava davvero questo titolo. E poi non posso dimenticare tutto il tempo che ho trascorso in questa città e in altri luoghi d'Italia, tra cui Venezia, per non avere un rapporto privilegiato con il vostro paese".

Venerdì l'attore è atteso alla proiezione di "C'era una volta in America" di Sergio Leone al Cinema Moderno, introdotta dallo stesso De Niro con Walter Veltroni. L'evento è parte del Fuori Sala, format ideato da Alice nella città. "Sono stato perseguitato dall'idea di partecipare a questo progetto - ha detto parlando del film cult -. Avevo incontrato Sergio Leone diversi anni prima e lui aveva già questa idea in mente da tantissimo tempo e alla fine ho detto ok: voglio leggere il libro (di Harry Grey, Feltrinelli, ndr) da cui è tratta questa questa storia. Ho trovato tutto molto bello e poi è venuto anche fuori che quel libro in realtà l'avevo già letto quando ero poco più che adolescente e mi aveva colpito, anche perché è stato scritto da una persona che aveva una conoscenza diretta di quello di cui parlava ovvero la comunità ebraica e i suoi gangster. Certo, Sergio Leone l'aveva trasformata in qualcosa di suo, l'aveva personalizzata, era fatto così, è sempre stato una persona che mi piaceva molto".

E Roma? "Amo tantissimo Roma e ancora di più i suoi abitanti. È sempre stato un grandissimo piacere venire in questa città. Qui, bisogna ricordarlo, sono stati girati tantissimi film, è un po' come Hollywood, ma certo Roma è Roma". E ancora, ricevendo la Lupa Capitolina: "Roma è un'opera d'arte vivente. Ogni strada, ogni pietra, ogni pasto racconta una storia. Essere riconosciuti qui, in un luogo che ha dato così tanto al mondo alla cultura, al cinema, alla bellezza, è davvero commovente. La mia famiglia ha radici in Italia, quindi questo riconoscimento ha per me un significato personale. Ricevo questa onorificenza con immensa gratitudine, non solo per me stesso, ma per tutti coloro che continuano a essere toccati dallo spirito di Roma e da ciò che essa rappresenta".

ansa

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