Si intensificano le proteste a Gaza in vista dell'apertura del Festival del Cinema di Venezia

Sarà un lungo periodo a Venezia, con l'arrivo di star, le manifestazioni per la Palestina e centinaia di film tra le polemiche. Al Lido, i montatori lavorano instancabilmente e con una certa ansia; casse di Prosecco, prodotte a 60 chilometri di distanza, vengono scaricate a pochi metri dal red carpet. "Ce ne vorranno parecchie per sopravvivere", scherzano due hostess, pronte ad affrontare la solita invasione eterogenea: da George Clooney, arrivato in anticipo dalla sua villa sul Lago di Como, ai giovani fan (non è del tutto chiaro di chi) che si stanno sistemando davanti al red carpet per ogni evenienza. "Verrà anche Kim Kardashian", era l'ultima indiscrezione circolata ieri sera. Sulla spiaggia, davanti alle cupole neobizantine dell'Hotel Excelsior, i veneziani predominano ancora, a rischio di un'ennesima estinzione, questa volta temporanea.
L'energia c'è già: l'82esima edizione della Mostra del Cinema si apre oggi con l'opera di Paolo Sorrentino, il regista italiano più affermato all'estero, che la porta al Lido La Grazia , riuscendo nell'impresa di mantenere segreti anche i più piccoli dettagli della trama. Un'indiscrezione, infatti, si sta diffondendo: la storia sarebbe incentrata su un presidente della Repubblica a fine mandato (l'attore napoletano Toni Servillo) che si trova ad affrontare dilemmi morali quando deve decidere su due richieste di grazia, uno dei poteri dei capi di Stato italiani.
Bellocchio e Ken Loach chiedono l'esclusione di attori vicini a Israele, come Gal Gadot, la "Wonder Woman".Ma il giorno prima era segnato dalla politica internazionale. Una lettera firmata da decine di personalità del cinema ha smosso l'atmosfera, chiedendo alla Biennale di prendere una posizione chiara su Gaza. Gli artisti – tra cui Marco Bellocchio, Ken Loach e Roger Waters – chiedono di escludere l'attrice israeliana Gal Gadot ( Wonder Woman ) e l'artista britannico Gerard Butler dal cast di " Nella mano di Dante " di Julian Schnabel, "insieme a qualsiasi celebrità che sostenga attivamente il genocidio". Non ci sono state recenti dichiarazioni di sostegno all'esercito israeliano o al governo di Benjamin Netanyahu, ma nemmeno gesti nei confronti delle vittime palestinesi. La Biennale sembra riluttante ad accogliere la richiesta, ma la questione potrebbe essere risolta dagli stessi interessati, che non dovrebbero presentare opere a Venezia. In ogni caso, la questione palestinese dominerà anche i prossimi giorni: sabato è prevista una manifestazione a sostegno della popolazione di Gaza, mentre la prossima settimana sarà in concorso Voice of Hind Rajab, del regista tunisino Kaouther Ben Hania, che racconta la storia della chiamata ricevuta dai volontari della Mezzaluna Rossa da una bambina di cinque anni rimasta intrappolata a Gaza in un'auto con gli zii e i cugini, uccisi mentre cercavano di fuggire durante un attacco israeliano.
In anteprima, ieri è stato presentato "Origine, la Laguna di Venezia", del documentarista francese Yann Arthus-Bertrand, regista di fama mondiale. Mezz'ora di immagini suggestive e suggestive, versione estesa del cortometraggio che apre la sezione "Intelligenza Naturale" della Biennale di Architettura 2025, diretta dall'urbanista Carlo Ratti.
Grande protagonista anche il regista tedesco Werner Herzog, autore di capolavori come Fitzcarraldo , a cui verrà assegnato il primo dei due Leoni d'Oro per la corsa del 2025 (l'altro andrà a Kim Novak).
Nel frattempo, il prosecco può essere stappato.
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